RADIOMARELLI  RD 302
Italy - 19
60
Restauro

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 L'esemplare di Radiomarelli RD 320 del quale sono venuto in possesso riportava su due etichette, rispettivamente incollate nel vano batterie e sul circuito stampato, la matricola n. 2344.

La radio appariva "vissuta", il mobiletto presentava ammaccature sulla griglia di alluminio che copriva l'altoparlante, il colore delle parti in plastica era un po' sbiadito e appena l'ho aperta mi sono accorto che qualcuno aveva compiuto degli interventi sul circuito elettronico. A un un primo esame si notavano infatti dei fili dissaldati e che era stato sostituito il transistor TS1 (2N544) con un più moderno AF126 e che questo lavoro era stato eseguito in maniera poco "professionale".

Sostituire il transistor 2N544 Amplificatore a Radio Frequenza con un AF126 non era un'operazione sbagliata, i sacri testi infatti davano l'AF126 compatibile con il 2N544, purtroppo l'intervento era stato effettuato senza smontare il circuito stampato dallo chassis di plastica, tranciando brutalmente i reofori del transistor RCA difettoso e saldando sui monconi rimasti i terminali dell'AF126.

Gli altri sette transistor e tutti i condensatori elettrolitici sembravano ancora gli originali U.S.A., saldati dagli operai della catena di montaggio della Radiomarelli nel lontano 1960. La radio aveva più di sessant'anni perciò sicuramente sarebbero stati necessari interventi, ma prima di tutto bisognava decidere da che parte iniziare.

Esaminando i fili dissaldati ho appurato che quello blu proveniva dall'interruttore, perciò l'ho saldato al polo positivo del vano batterie. L'altro nero e corto l'ho lasciato volante e ho collegato con dei coccodrilli il mio alimentatore multitensione regolato a 4,5 V ai poli della batteria. La Radiomarelli necessitava di 6 V per funzionare, perciò non mi aspettavo che con quattro volt desse segni di vita e invece, appena azionato lo sportellino-interruttore, dall'altoparlante sono usciti dei deboli crepitii. Il risultato era incoraggiante e subito ho ruotato la manopola del volume provocando un crescendo di scariche. Questo era un sintomo positivo: se non altro la parte audio dava segni di vita.

Ho aumentato la tensione di alimentazione a 6 V e azionando la sintonia sono riuscito ad ascoltare tra le scariche una stazione radio. Non si poteva pretendere di più dalla vecchia Radiomarelli che tra l'altro aveva ancotra quel filo nero staccato, il risultato era incoraggiante e la radio meritava di essere riparata.

Il primo intervento è stato quello di sostituire tutti i condensatori elettrolitici. Ho smontato il circuito stampato dal mobile e ho iniziato con il dissaldare il C16 e provarlo con il mio capacimetro. Miracolosamente la capacità c'era ancora ma il valore ESR e la resistenza residua erano molto alti. Bisognava perciò sostituire gli elettrolitici, ma sarebbe stato un peccato saldare sul vecchio circuito dei componenti moderni così, come ho già fatto con altri esemplari "meritevoli" della mia collezione, ho deciso di svuotare del contenuto i vecchi involucri e infilarci dentro i componenti moderni che erano molto più piccoli. Nelle foto seguenti si possolno vedere alcune fasi del lavoro fatto:
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Come si può notare, dopo aver forato con cautela l'involucro dei condensatori con punte da trapano di diametro crescente, ho adattato il foro alle dimensioni del componente da inserire che ho poi bloccato in loco con qualche goccia di colla. L'impresa più complicata è stata quella di "rifare" il C17 che conteneva due condensatori da 100 MF.

Una volta risaldati sul circuito stampato i condensatori sembravano (e in effetti erano) ancora gli originali anche se al loro interno adesso c'erano componenti nuovi con stessa capacità ma con tensione di isolamento molto superiore.

Dopo aver controllato la continuità delle le piste del circuito stampato l'ho riavvitato sul guscio in plastica e ho dedicato una decina di minuti a rimontare la funicella della sintonia che si era allentata quando avevo smontato lo chassis. memore delle scariche udite azionando la manopola del volume, un'altra operazione necessaria è stata quella di ripulire il potenziometro e l'interruttore di accensione con l'apposito spray disossidante.

A questo punto ho ricollegato i coccodrilli del mio alimentatore regolato a 6 V e ho dato tensione. Ruotando la manopola della sintonia ho potuto ascoltare tre stazioni radio in Onda Media, il segnale però non era molto forte e inoltre l'audio risultava distorto.
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Pensando che magari dopo aver sostituito gli elettrolitici fosse cambiata qualche tensione di polarizzazione negli stadi di Frequenza Intermedia ho collegato il generatore di segnali Heathkit SG8 e ho eseguito la taratura della MF a 455 kHz, senza però ottenere risultati significativi se non l'irrobustimento del segnale in uscita che rimaneva comunque distorto.

Non mi rimanevano molte altre azioni da compiere e una di queste era di rimediare al brutto lavoro fatto da chissà chi quando aveva sostituito il 2N544. Una volta smontato e misurato con il provatransistor l'AF126 è risultato efficiente, ma l'aspetto (il case) era diverso dall'originale della RCA e la radio meritava di essere ripristinata con l'aspetto il più possibile uguale all'originale.

Rovistando nel mio cassetto magico ho rintracciato un vetusto AF117 che avevo misurato e messo da parte dopo averlo "folgorato" con una scarica di 30 V tra i vari reofori e lo schermo per "bruciare" i famosi baffi di piombo interni che si sviluppavano dopo anni di utilizzo e provocavano cortocircuiti in questa vecchia serie di transistor.
(Maggiori informazioni in questo link).

Una volta rimisurato, l'AF117 è risultato ancora efficiente e senza esitare l'ho saldato ai monconi dei reofori dell'originale 2N544 che sporgevano dal circuito stampato. (Lo so che è un intervento da barbari, ma confesso che non mi andava di smontare nuovamente il circuito stampato dallo chassis e dover poi rimettere a posto la cordicella della sintonia).

Evidentemente alla RD 320 doveva piacere di più l'AF117 che l'AF126 perché, come si può ascoltare nel video che ho inserito più in basso, dopo la sostituzione il segnale usciva dall'altoparlante forte e soprattutto indistorto (misteri dell'elettronica? No, magari il tizio che aveva saldato l'AF126 aveva connesso male lo schermo a massa o combinato qualche altro guaio, fatto sta che utilizzando l'AF117 e rispettando la giusta piedinatura come da schema adesso la radio andava bene).

Una volta saldato il filo nero rimasto volante alla presa dell'auricolare, il restauro si poteva dire concluso e dopo averla rinchiusa nel suo mobiletto arancione sbiadito, la Radiomarelli RD 320 è entrata a far parte con onore della mia collezione di radio a transistor.


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