Description Multivoltage power supply Alimentatore Multitensione Descrizione | ||
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I made this project with the aim of being able to power the old
transistor radios and the old portable tube radios that I restore and
put back into operation in my laboratory. Many transistor devices
require 9 volts, older ones require 9 + 9 volts or 12 volts, others 6
volts and the newer 3 volts. The first portable transistor receiver, the
Regency TR1, of which I have restarted an example visible in this
link,
even needs 22.5 Volts to work. All these voltages can be obtained
directly or by placing the terminals of this power supply in series. For portable valve radios, which use the series of miniature tubes with 1.4 Volt filament and the 45 or 90 Volt anode, the two voltages can be taken from the four terminals on the right and are adjustable with the two potentiometers. Looking at the wiring diagram you can see that the transformer T1 has four secondary and it is difficult to find a similar one on the market, but it is possible to make it with a do-it-yourself job. You have to buy a 30 VA toroidal transformer possibly with two 9V secondary and then modify it to add two more secondary, one 6V and one 9V. To make the 6 V secondary you need to prepare a 7 meter long piece of 0.6 mm enameled copper wire, block one end with adhesive tape and wind 67 coils side by side. This is done by patiently inserting the other wire end sixty-five times into the central hole of the toroid. The thread is quite rigid and tends to twist during the undertaking, but patience is the virtue of the experimenters and the saints help to overcome the most difficult moments. Once the coils have been wound, they must be blocked with insulating tape, then the 9 V secondary can be wound.Even if more coils must be wound, in this case the work is made easier by the thinner enameled wire and after cutting it. a piece of 9.7 meters can be wound on a piece of cardboard with the right dimensions to pass freely through the hole in the toroid. The winding begins by blocking one end of the line with the usual adhesive tape, then the spool enters and exits easily like a spool making it easy to wind all 93 turns. At the ends of the newly wound windings insulated wires with different colors are soldered in order to make them easy to identify, then everything is blocked with several turns of insulating tape. The success of the enterprise can be verified by feeding the toroid with due caution with the 220 V mains and measuring the alternating voltages on the various secondary circuits with the tester. The second transformer used in the circuit is a normal lamellar transformer of at least 10 VA, with primary 220 Vac and secondary 9 Vac. The secondary of this transformer must be connected to the secondary quarter of the toroid. In this way, T2 acts as a voltage booster and at the ends of its "former" primary there are approximately 190-200 Vac. The sturdy metal box I used is an old US Signal Corps surplus, which I found among the countless wrecks that clutter up my garage and which I chose because it was already equipped with the eight terminals for the outputs and the round hole for the analog instrument, but nothing prevents you from using a modern container and new red and black clamps. The board that can be seen in the central right part of photo 5 is made with a piece of insulating material and includes the mains fuse holder, the pins from which the connections to the power switch, the neon bulb and the resistors Ra, Rb, Rc, Rd which are selected by means of a switch to read the various output voltages on the Voltmeter (a milliammeter of 100 micro Amperes). At the end of the assembly, with my digital voltmeter I measured the following voltages on the eight terminals: 9 V, 9 V; 1.2 - 6V; 6 - 150 Volts. The two variable voltages drop a little under load, but remain within the useful values for every need. It is possible to connect the output voltages from two or more terminals of the power supply in series because the four circuits are independent, and the voltage regulators and the power transistors are all installed on heatsinks separated from ground using mica insulator sheets. © IK3HIA 2020/11. |
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Ho realizzato questo
progetto con lo scopo di poter alimentare
le vecchie radio a transistor e le antiche radio portatili a valvole
che restauro e rimetto in funzione nel mio laboratorio. Molti apparecchi a transistor necessitano di 9 volt, i più vecchi richiedono 9 + 9 Volt oppure 12 V, altri 6 Volt e i più recenti 3 Volt. Il primo ricevitore portatile a transistor, la Regency TR1, della quale ho rimesso in funzione un esemplare visibile in questo link, necessita addirittura di 22,5 Volt per funzionare. Tutte queste tensioni sono reperibili direttamente o ponendo in serie i morsetti di questo alimentatore. Per le radio portatili a valvole, le quali utilizzano la serie di tubi miniatura con filamento a 1,4 Volt e l'anodica a 45 o a 90 Volt, le due tensioni sono prelevabili dai quattro morsetti di destra e sono regolabili con i due potenziometri. Osservando lo schema elettrico si nota che il trasformatore T1 ha quattro secondari e difficilmente se ne può trovare uno simile in commercio, ma è possibile realizzarlo con un lavoro fai da te. Si deve acquistare un trasformatore toroidale da 30 VA possibilmente con due secondari da 9V e poi modificarlo per aggiungere altri due secondari, uno da 6 V e uno da 9 V. Per realizzare il secondario da 6 V bisogna preparare uno spezzone lungo 7 metri di filo di rame smaltato da 0,6 mm, bloccarne un capo con del nastro adesivo e avvolgere 67 spire affiancate. Lo si fa infilando con pazienza l'altro capo per sessantacinque volte nel foro centrale del toroide. Il filo è abbastanza rigido e durante l'impresa tende ad attorcigliarsi, ma la pazienza è la virtù degli sperimentatori e i santi aiutano a superare i momenti più difficili. Una volta avvolte le spire bisogna bloccarle con il nastro isolante, poi si può procedere all'avvolgimento del secondario da 9 V. Anche se bisogna avvolgere più spire, in questo caso il lavoro è reso più facile dal filo smaltato più sottile e dopo averne tagliato uno spezzone di 9,7 metri lo si può avvolgere su un pezzetto di cartone dalle dimensioni adatte a passare liberamente nel foro del toroide. L'avvolgimento inizia bloccando un capo del filo con il solito nastro adesivo, poi il rocchetto entra ed esce facilmente come una spoletta rendendo semplice avvolgere tutte le 93 spire. Ai capi degli avvolgimenti appena avvolti si saldano dei fili isolati con colori diversi in modo da renderne facile l'identificazione, poi si blocca il tutto con diversi giri di nastro isolante. Si può verificare la buona riuscita dell'impresa alimentando con la dovuta cautela il toroide con i 220 V di rete e misurando con il tester le tensioni alternate sui vari secondari. Il secondo trasformatore utilizzato nel circuito è un normale trasformatore lamellare da almeno 10 VA, con primario 220 Vac e secondario 9 Vac. Il secondario di tale trasformatore va collegato al quarto secondario del toroide. In tal modo il T2 agisce da elevatore di tensione e ai capi del suo “ex” primario si trovano all’incirca 190-200 Vac. La robusta scatola metallica che ho utilizzato è un vecchio surplus Signal Corps U.S.A., che ho scovato tra gli innumerevoli rottami che ingombrano il mio garage e che ho scelto perché era già dotato degli otto morsetti per le uscite e del foro rotondo per lo strumento analogico, ma nulla vieta di utilizzare un contenitore moderno e nuovi morsetti rossi e neri. La scheda che si vede nella parte centrale destra della foto 5 è realizzata con un pezzetto di vetronite e include il porta fusibile di rete, i pin da cui partono i collegamenti all'interruttore di alimentazione, alla lampadina al neon e le resistenze Ra, Rb, Rc, Rd le quali vengono selezionate tramite commutatore per leggere sul Voltmetro (un milliamperometro da 100 micro Amperes) le varie tensioni di uscita. A conclusione del montaggio, con il mio voltmetro digitale ho misurato sugli otto morsetti le seguenti tensioni: 9 V, 9 V; 1,2 - 6V; 6 - 150 Volt. Le due tensioni variabili scendono un po' sotto carico, ma rimangono nei valori utili per ogni necessità. E' possibile collegare in serie le tensioni in uscita da due o più morsetti dell'alimentatore perché i quattro circuiti sono indipendenti, e i regolatori di tensione e i transistor di potenza sono tutti installati su dissipatori separati da massa tramite isolante in mica. © IK3HIA 2020/11. |